15 anni di Daemons: l’intervista a Gianluca “Bigman” Marconi

Sabato sera il team Senior dei Daemons Cernusco esordisce nel campionato di seconda divisione a Rivarolo (TO) ospite dei Mastifs Canavese. La partita sarà una di quelle ad altissima tensione per svariati motivi, primo dei quali quello di voler esordire nel migliore dei modi in un campionato che cade nel quindicesimo anniversario della società. Società sportiva nata nel 2004 da un’idea di tre amici che, già allora, riuscirono a vedere molto oltre quello che si poteva immaginare all’epoca.
Di quei tre amici ora  in società ne è rimasto solo uno: Gianluca “Bigman” Marconi. Abbiamo colto, dunque, l’occasione per un’intervista a uno degli uomini simbolo dei Daemons e Gianluca ha risposto davvero a cuore aperto.

D: I Daemons compiono 15 anni ad aprile. Tu sei uno dei pochissimi (due) ad averli vissuti tutti, l’unico nella dirigenza. Qual è il tuo ricordo Daemons più bello?
G: Immaginare una sola risposta è veramente difficile ma proverò ad articolare una serie di eventi che hanno caratterizzato il nostro recente passato. Il primo in assoluto è la riunione prodroma alla formazione della compagine, momento che ha dato al via ufficiale ai Daemons, poi il camp organizzato nei minimi dettagli che ha, di fatto, selezionato i migliori atleti disponibili per affrontare il primo campionato dove i risultati, come prevedibile, non sono stati subito esilaranti ma hanno formato un gruppo, per alcuni anni, indissolubile. Tra i ricordi più vividi alcune vittorie all’ultimo secondo come quella in trasferta contro i Barbari, a Roma, maturata a pochi istanti dalla fine; condizione che ci ha quasi fatto perdere l’aereo del ritorno. La decisione di affrontare il campionato di serie A1 non posso dimenticarla, ricordo le facce di tutti e la reazione della stampa locale e nazionale alla notizia dell’ingresso di un team provinciale alla massima serie. Sensazioni possibili solo grazie all’apporto di tutte le persone che nel tempo e sino ad ora si sono succedute e mi hanno affiancato. In estrema ratio i ricordi più belli sono quelli legati non tanto ai risultati, ma agli uomini e donne che hanno consentito l’avverarsi di quello che si può senz’altro definire un sogno.

D: Dopo aver attraversato un periodo difficilissimo post esperienza IFL i Daemons sembrano essere sulla buona strada, soprattutto a livello giovanile. Qual è il segreto per ripartire dopo un periodo difficile?
G: Quando attraversi un momento difficile hai solo due scelte. La prima, più semplice, è quella di abbandonare “il sogno” , la seconda è quella di rinascere cercando di trovare delle nuove opportunità scaturite da un’analisi puntuale degli errori e così abbiamo fatto. Abbiamo verificato i punti nevralgici e di forza della società convogliando tutte le nostre forze per sviluppare settori dapprima trascurati o non sviluppati con dovizia come, ad esempio, il comparto giovanile al quale, ogni anno, dedichiamo sempre più tempo e risorse.

D: Quest’anno il campionato di seconda divisione sembra molto equilibrato e avvincente. Quali, i principali obiettivi della dirigenza Daemons?
G: Gli obiettivi minimi della Dirigenza Daemons sono, come di consueto, il raggiungimento dei playoff ed il nostro girone si presenta molto agguerrito con franchigie storiche e ben preparate ad affrontare ogni qualsivoglia ostacolo. Cercheremo di dare più fastidio possibile nel rispetto di tutti ma senza temere nessuno

D: La percezione, per chi ci vede da fuori, è quella che i Daemons quest’anno siano molto competitivi e sulla carta lo sono. Cosa serve per dimostrarlo con i fatti?
G: L’unico modo nel nostro sport per dimostrare di essere competitivi è affrontare le partite con il giusto piglio considerando ogni singolo drive come se fosse il più importante e determinante ai fini del risultato, disaminando se stessi facenti parte di un gruppo, contemplare i propri compagni più esperti come fonte di ispirazione per aspirare un giorno ad occupare il loro posto. Vincere è sicuramente molto importante ma in casa Daemons teniamo anche che ogni nostro atleta si senta parte di un qualcosa, teniamo che ogni nostro atleta si senta parte di qualcosa di più grande, una famiglia.

D: Quanto è difficile mantenere in vita una società sportiva di uno sport minore, in una città come quella di Cernusco sul Naviglio, famosa per le numerose eccellenze soprattutto negli sport minori e quindi con molta concorrenza?
G: La Città di Cernusco sul Naviglio ci ha accolto e supportato nel migliore dei modi, dal Sindaco, agli assessori ed ai Dirigenti Sportivi, così come dal gestore del Centro Polifunzionale che ci ospita, abbiamo sempre ricevuto calore e dignità umana consentendoci, molto spesso, di andare al di là delle semplici convenzioni. Portare avanti una società di uno sport minore in un ambito altamente competitivo come quello di Cernusco non è semplice, ma devo dire che l’attenzione alla nostra realtà è sempre stata degna di nota e noi ci sentiamo, al pari delle altre associazioni, onorati di essere parte di un contesto votato, tra le altre cose, Città dello sport 2020: se ne vedranno delle belle.

D: E ora una domanda un po’ intima. Quando quel pomeriggio di 15 anni fa tu e pochi altri avete promosso il football americano al Carosello di Carugate, facendo nascere di fatto i Daemons, in cuor tuo pensavi/speravi di poter arrivare fino ad oggi con la stessa passione del primo giorno, ma soprattutto con gli stessi risultati?
G: In cuor mio speravo, ma non pensavo, di poter arrivare al compimento del quindicesimo anno di attività a causa delle numerose problematiche legate a molteplici fattori, non ultimo il difficile reperimento delle risorse economiche a sostenimento delle numerosissime attività della squadra non solo legate alla partecipazione dei campionati ma al grande lavoro nelle scuole per favorire il recruiting e la diffusione del nostro sport in ambito locale. Quello che mi ha fatto andare avanti è la vicinanza di persone straordinarie che mi hanno convinto che i sacrifici valgono più di ogni altra cosa e che se si riesce a rendere felice un bambino sul campo da gioco, il suo sorriso compenserà la fatica di tutti noi impegnati in questo arduo cammino.

Testo di Federico Belloni

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