Affido familiare? Si grazie!

“Mio marito ed io siamo sposati da 38 anni ed abbiamo tre figlie, due sposate e una in procinto di farlo. Il nostro primo affido, di una bambina di 5 anni e mezzo, risale al 1977, e in seguito abbiamo accolto altri minori: una bambina di 8 anni, un ragazzo di 14, una ragazza di 15 anni. Sono state delle “grandi avventure”, particolarmente impegnative perché i bambini provenivano tutti da storie familiari molto pesanti, ma se potessimo tornare indietro rifaremmo tutto daccapo”.

Inizia così la testimonianza che una coppia di genitori affidatari ha rilasciato all’associazione “ItaliaAdozioni” che da poco tempo ha aperto la propria sede a Cernusco sul Naviglio. L’Associazione si propone di diffondere in tutto il territorio italiano la corretta informazione su adozione e affido.

Ma come funziona esattamente l’affido? Molti di noi in merito a questo tema hanno notizie superficiali e magari ricevute solo per sentito dire. La prima informazione certa che ci viene fornita dall’associazione è che di affido ce n’è un gran bisogno. Qual è il reale impegno richiesto, e quali sono i requisiti necessari per accogliere un bambino nella propria casa? L’affido in realtà è aperto a tutti, famiglie con o senza figli, single, vedovi/e, anche nonni. Il tempo richiesto è esattamente quello che si ha a disposizione, i bisogni dei bambini sono tanti e di diversa natura. Oltre all’affido quotidiano e per un periodo a lungo termine, ci sono interventi necessari esclusivamente per le vacanze estive, per un weekend o addirittura anche per un solo giorno alla settimana e per brevi periodi. Può essere perciò di tipo residenziale (nel caso in cui il bimbo viva stabilmente con i genitori affidatari pur mantenendo il rapporto con la famiglia d’origine) o a tempo parziale (week end, periodi di vacanza o parte della giornata)

L’affido familiare in sostanza è un intervento di aiuto e sostegno a termine, offerto al bambino e alla sua famiglia di origine che, per vari motivi, non è in grado in quel momento di occuparsi delle sue necessità, assicurandogli così affetto, educazione, istruzione e mantenimento.

Cosa bisogna fare per diventare genitore affidatario? Innanzi tutto bisogna dare la propria disponibilità al servizio sociale del territorio di residenza e quindi intraprendere un percorso di consapevolezza sulla possibilità di diventare genitore affidatario. Un percorso che si conclude con l’abbinamento più adeguato tra le caratteristiche, la disponibilità fornita dall’affidatario e le necessità del bambino e della famiglia di origine.

Che diritti ha un genitore affidatario? I genitori affidatari, oltre a godere degli stessi benefici relativi ai congedi lavorativi garantiti ai genitori naturali, hanno diritto ad un contributo economico per il mantenimento del minore in affido.

Ringraziamo Ivana Lazzarini, Presidente dell’Associazione Italiaadozioni per le informazioni fornite, e speriamo di aver dato a qualche nostro lettore la motivazione necessaria a intraprendere questo meraviglioso cammino.

Per approfondire: www.italiaadozioni.it
Per informazioni: 3426616172

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