Progetto accoglienza rifugiati, il Comune di Cernusco fa chiarezza

Il Comune di Cernusco sul Naviglio fa chiarezza in merito al progetto di accoglienza promosso da alcuni Comuni del Distretto 4, che hasuscitato qualche polemica e perplessità. Ecco cosa riporta la nota diffusa dall’Amministrazione cernuschese: “Il Comune di Cernusco sul Naviglio, insieme ai Comuni di Bellinzago Lombardo, Bussero, Carugate e Cassina de’ Pecchi, intende dare avvio ad un percorso pubblico per individuare un’impresa idonea e qualificata con la quale partecipare al bando SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo E Rifugiati) che solitamente nel mese di settembre e di marzo il Ministero dell’Interno indice per assegnare fondi destinati alla gestione dei richiedenti asilo. La partecipazione dei Comuni del distretto prevedrà, una volta individuato il soggetto partner, la disponibilità di accoglienza di massimo 10 persone che possiedono lo status di rifugiato suddivise nei territori dei cinque Comuni per un finanziamento stimato di circa 460mila euro su tre anni. Se il coordinamento dei comuni della Martesana con capofila Cernusco sul Naviglio dovesse aggiudicarsi i finanziamenti, questi ultimi saranno utilizzati non solo per l’ospitalità dei rifugiati, ma anche per lo sviluppo di un percorso che prevederà interventi personalizzati per l’integrazione, corsi di alfabetizzazione e scolarizzazione, formazione professionale, tirocini lavorativi”.

Interviene a questo proposito anche il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali e Cooperazione internazionale Daniele Restelli, che afferma: “Già alla fine del 2015 a Cernusco sul Naviglio si era avviato un percorso di accoglienza insieme ad alcune associazioni del territorio, tra le quali la Caritas cittadina, ed  esperienze analoghe sono partite anche in altri comuni del distretto. Allora non si era utilizzato lo strumento dello Sprar ma un coordinamento del Comune con le realtà del territorio che su base volontaria avevano deciso di partecipare al progetto. L’iter che abbiamo avviato oggi, e che ancora non è detto possa essere portato a termine visto che sarà il Ministero a dover decidere se assegnare i finanziamenti o meno, è di altra natura e permette di ottenere più risorse da destinare ai progetti di integrazione, un maggiore controllo e la partecipazione attiva delle amministrazioni locali”.

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