SINDACI UNITI CONTRO LE “STAZIONI DELLA VERGOGNA”

I sindaci sono pronti a presidiare le «stazioni della vergogna» sino a fine mese: “La nostra è una battaglia di civiltà”.
Saranno sei giornate di presidio, in molte stazioni della metropolitana linea verde, per affermare con forza la vergogna delle barriere architettoniche e della inaccessibilità delle scale, chiedendo finanziamenti per risolvere i problemi. Le stazioni interessate sono quelle di: Vimodrone, Cascina Burrona, Cassina de Pecchi, Bussero e Villa Pompea, Gorgonzola, Cascina Antonietta e Gessate. Non risulta la stazione di Cernusco, che ne ha già sistemata una e si appresta ad avviare i lavori di riqualificazione della seconda, anche se ha ospitato la conferenza stampa per ufficializzare l’iniziativa «Mm2, salgo anch’io, no tu no».
Negli anni solo promesse mai mantenute, di cui una persino allegata in forma di protocollo scritto ai progetti Tem e Brebemi e rimasta lettera morta.
Alla manifestazione hanno partecipato sindaci e assessori dei Comuni suddetti: il sindaco di Cernusco Eugenio Comincini, il sindaco di Cassina Massimo Mandelli, il sindaco di Bussero Curzio Rusnati, il sindaco di Gessate Giulio Sancini, il sindaco di Vimodrone Antonio Brescianini con l’assessore Aurora Impiombato. Insieme ai sindaci la consigliera delegata della Città Metropolitana Arianna Censi, a garantire solidarietà ai comuni.
L’ultimo studio di fattibilità, fatto da Palazzo Isimbardi risale al 2006-2007, stabiliva a 10-12 milioni di euro l’importo dell’abbattimento delle barriere in tutte le stazioni della Martesana ma gli anni sono passati e le stazioni son sempre uguali, senza un ascensore, e addirittura a Gessate senza neanche le scale mobili o una rampa, e con la presenza di passerelle e scale che rappresentano una barriera per i disabili e per qualsiasi persona temporaneamente invalida.
Si partirá domani dalle ore 7:30 alle ore 9:00 a Vimodrone e si prosegue, alla stessa ora, l’8 Giugno a Bussero, il 10 Giugno a Gessate, l’11 Giugno a Gorgonzola e il 12 Giugno a Cassina de Pecchi.

Fonte: Il Giorno

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