Acqua sporca dal rubinetto? Per legge la paghi meno

A Bussero, Cassina de’ Pecchi e Cernusco sul Naviglio, il monitoraggio idrico avviene 24 ore su 24 con standard qualitativi d’eccellenza. Per i fruitori del sistema acquedottistico Martesana, che comprende i 3 comuni, c’è il Water Safety Plan (WSP), il sistema di analisi dell’acqua che prevede più controlli, più prelievi, più parametri nell’intera filiera idro-potabile, da quando l’acqua entra nell’acquedotto fino al punto di erogazione finale, il rubinetto  e  presto obbligatorio in ogni Stato dell’UE ed implementabile entro il 2020 in tutti i comuni dell’hinterland milanese.

Controllo, garanzia, qualità e benessere: sono questi gli elementi alla base della gestione dell’acqua pubblica, così come tutti i servizi collettivi che l’amministrazione offre al cittadino.  Ma cosa succederebbe se l’acqua del rubinetto non fosse proprio cristallina?

 Il caso giuridico

Episodi sgradevoli capitano per più ragioni. Se l’acqua del rubinetto è sporca e magari ha colore e odore di ruggine non si paga a prezzo pieno, ma la tariffa va ricalcolata come quando si eroga acqua grezza. È quanto riportano le fonti de Il Sole 24 Ore in base a quanto stabilito dal giudice di pace di Cagliari con la sentenza 1453/2018 relativa alla controversia tra un residente del Medio Campidano e il gestore idrico unico Abbanoa, di cui riportiamo caso integralmente.

“La vicenda inizia quando dai rubinetti di una casa sgorga acqua sporca e dall’odore di ruggine. L’utente preleva alcuni campioni di acqua e chiede un’analisi in un laboratorio. I risultati certificano la condizione di acqua non potabile. Non solo, l’acqua non può essere utilizzata né per uso domestico né per lavarsi. Da qui la segnalazione al gestore per risolvere il problema. E un passaggio anche con l’associazione per la tutela dei consumatori Federconsumatori.

Nel frattempo però l’utente riceve una bolletta da mille euro con canoni arretrati (compresi alcuni che sono però prescritti). Subito dopo presenta opposizione alla richiesta di pagamento e, facendo presente di essere disposto a pagare, chiede che vengano ricalcolati gli importi a causa della non potabilità dell’acqua.

Quindi, attraverso gli avvocati Massimiliano Podda e Giacomo Cau, il ricorso davanti al giudice di Pace del tribunale di Cagliari. Un tentativo di conciliazione proposto dal Giudice viene però rifiutato dal gestore idrico.

Segue il dibattimento in cui viene prodotta la documentazione relativa alla qualità dell’acqua e, inoltre, la testimonianza di un dipendente per alcuni dettagli tecnici relativi all’allaccio e alla condotta. Il giudice condanna il gestore: tariffa ridotta e mille euro di spese legali.

Katia Ardemagni

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