Brugherio, Andrea La Rosa nel bidone era ancora vivo. Ucciso dai fumi dell’acido
Si fa sempre più agghiacciante lo scenario relativo alla morte di Andrea La Rosa, l’ex calciatore del Brugherio ucciso nel novembre 2017 a Milano. Lo sportivo, 35 anni, è morto per “l’azione combinata dell’inalazione dei fumi dell’acido e del confinamento all’interno del bidone” dove era stato infilato il corpo per essere sciolto. Questo quanto si legge nella nota di riepilogo delle indagini condotte dai carabinieri che oggi hanno notificato l’avviso ai due arrestati, Raffaele Rullo e a sua madre Antonietta Biancaniello, in carcere con l’accusa di averlo ucciso per un debito nei confronti di La Rosa di oltre 30mila euro. Come riporta l’Ansa, dalla perizia sul corpo è emerso che l’ex calciatore del Brugherio non è morto per le ferite inferte nella cantina in via Cogne dove ha incontrato i suoi assassini, ma soffocato dai fumi dell’acido che avrebbe dovuto far sparire il suo cadavere.