Segrate preda del vandalismo minorile. “Branco” nel mirino

Non è quella periferica, come si potrebbe immaginare, la zona di Segrate presa di mira da un gruppo di adolescenti che da mesi imperversa nella città, bensì il “quartiere bene” di San Felice, violato da atti di vandalismo su cose e spazi pubblici tali da far presagire, come soluzione momentanea, alla chiusura del centro civico.

La gang ha fatto le cose in grande. Nel tempo – secondo il quotidiano il Giorno – imbratta con lo spray gli edifici scolastici, devasta le pensiline degli autobus, lancia le biciclette a noleggio nelle rogge per poi appenderle agi alberi, danneggia pesantemente i centri civici dei quartieri.

Passatempi inaccettabili

I fatti denunciati sono particolarmente sconcertanti considerando che il branco paia essere composto da giovani concittadini: «La situazione non è mai stata così pesante, ma l’aspetto più disarmante è che i protagonisti degli atti vandalici non sono gang che arrivano da fuori città, ma sono i nostri ragazzi che non hanno rispetto per la cosa pubblica», riferisce il sindaco Paolo Micheli.

Un bilancio pesante

Un simile scenario preoccupa sia i residenti che la Giunta: «I costi sociali sono alti – sostiene il Sindaco – così come quelli economici: abbiamo delle persone che si occupano quotidianamente di riparare i danni lasciati dai vandali (…) Stiamo addirittura pensando di chiudere il centro civico di San Felice. Potenzieremo la videosorveglianza, tuttavia io, che vengo dal mondo della formazione, sono convinto che il fenomeno debba essere affrontato con la prevenzione e non solo con la repressione».

NO al bivacco

Sempre da parte del Sindaco: «C’è un gruppo di ragazzini del quartiere che staziona ogni sera lì intorno, spaccano ogni cosa e gettano spazzatura, non facciamo in tempo a sistemare che il degrado ritorna. Questa estate, in tutta la città, si è verificata la galleria degli orrori con il numero di episodi maggiore in tutta la storia di Segrate (…) È per questo che, ogni volta che abbiamo individuato i responsabili degli atti vandalici, li abbiamo spinti a ripulire il tutto. È un modo per riportare al centro il valore per i beni comuni».

Katia Ardemagni

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