Allergie primaverili sempre più diffuse. Ecco come trattarle

Quest’ultimo, lungo inverno ha sicuramente contribuito a posticipare i fastidiosi sintomi delle allergie. Ma con l’arrivo della primavera meglio adoperarsi per combatterle, sia in fase preventiva che durante quella acuta. Prima di tutto riconoscendole, perché allergici non ci si nasce, bensì si può cominciare a soffrirne di punto in bianco.

Secondo un’indagine Gfk Eurisko, il 12% della popolazione è soggetto a rinite allergica; si tratta in prevalenza di donne (55%) che in media hanno meno di 44 anni. Un fenomeno in crescita, per il quale  si stima che circa 50.000 italiani – su circa tre milioni di asmatici – soffrano di grave allergia asmatica. Inquietante, perché l’Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri riporta  una crescita di pazienti che soffrono di asma e riniti, aumentati, negli ultimi 30 anni, di ben 7 volte.

Cause principali? l’inquinamento (la CO2 e le polveri sottili incrementano l’effetto allergizzante dei pollini) e l’alimentazione ricca di cibi raffinati, che portano il corpo a non riconoscere i veri “nemici” scatenando reazioni allergiche verso sostanze innocue come i pollini.

I sintomi delle allergie primaverili

I sintomi delle allergie primaverili, riassunti ogni anno sul sito dell’Ospedale San Raffaele di Milano, sono: bruciore agli occhi, occhi arrossati, starnuti, prurito al palato, al naso e agli occhi, tosse secca accompagnata da difficoltà a respirare, rinorrea acquosa e diminuzione del gusto e dell’olfatto, stanchezza, sonnolenza, abbassamento della pressione.

Cosa fare per prevenire le allergie primaverili

  • Il principale rimedio per le forme allergiche primaverili è il vaccino, ovviamente da fare sotto precisa indicazione medica. L’immunoterapia prevede l’iniezione sotto-cute di quantità progressivamente maggiori dell’allergene che scatena i sintomi, così da modificare nel tempo la risposta immunitaria della persona allergica. Se si opta per il vaccino, è bene rivolgersi al medico Specialista Allergologo, che individuerà quello più adatto.
  • Procurarsi il calendario dei pollini, che fornisce in tempo reale i livelli di concentrazione dei pollini divisi per famiglia di pianta allergizzante e le previsioni sul relativo andamento. Informazioni preziose per identificare i giorni più “a rischio” e prendere opportune contromisure. Lo si trova nelle farmacie, nelle ASL, oltre che sul sito ilpolline.it oppure pollinieallergia.net, da cui scaricare gratuitamente l’App Meteo Allergie.
  • L’agopuntura rappresenta una valida terapia preventiva in caso di allergia, e va effettuata 2 mesi prima del periodo di pollinazione della pianta che la scatena. Gli studi più recenti rivelano che dopo 12 sedute di agopuntura il 71% delle persone ha evidenziato un netto miglioramento dei sintomi.
  • Cure termali inalatorie con acqua sulfurea. Le acque ricche di zolfo e altri composti sulfurei stimolano le difese immunitarie di prima linea e ripristinano la corretta funzione della mucosa nasale, contribuendo a ridurre la necessità di ricorrere agli antistaminici. Ma bisogna effettuare il ciclo di cure, fruibili in regime di convenzione S.S.N., prima del periodo delle allergie!
  • In presenza di rinite leggera, il medico potrebbe indicare l’assunzione di antistaminici per bocca.
  • Chiudere le finestre al mattino e alla sera, quando la presenza di pollini nell’atmosfera è massima.
  • Limitare la permanenza all’aperto, specie nelle giornate secche e ventose, dopo il taglio dell’erba o dopo un temporale.
  • Al rientro a casa, fare la doccia e cambiare tutti i vestiti ogni giorno.
  • Assunta sotto forma di infuso, estratto, pastiglie o radice, la liquirizia trova indicazione nel trattamento naturale delle allergie stagionali. I suoi principi attivi esercitano un’azione antinfiammatoria paragonabile a quella dei glucocorticoidi (i principali farmaci, insieme agli antistaminici, usati in caso di allergie). (Foto/ web)

Katia Ardemagni

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