ATM, “ricordati della Martesana”: cosa vorrebbero i pendolari

Ogni giorno, nella città metropolitana di Milano, un gran flusso di persone utilizza la metro o i mezzi di superficie, tram e autobus, per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o semplicemente per svolgere i vari impegni quotidiani; per non parlare poi dei turisti che arrivano da tutto il mondo per visitare le bellezze del capoluogo meneghino. Se, da una parte, ATM (Azienda Trasporti Milanesi) garantisce ogni giorno rapidi ed efficienti spostamenti a tutti coloro che viaggiano nell’area urbana di Milano e la stazioni metro sono, tranne alcune rare eccezioni, controllate e pulite, la situazione nell’hinterland è più complessa. Infatti, se il biglietto urbano costa 1,50€ (anche se l’aumento a 2€ pare ormai cosa certa e partirà dal 2019), più ci si allontana dalla città più il prezzo aumenta e, in alcune zone, è più del doppio. Ad esempio per andare dalla stazione di Centrale a quella di Gessate (uno dei capolinea della M2) il prezzo del biglietto è di 3,10€, dalla stazione di Duomo a quella di Sesto 1° maggio FS (capolinea della M1) 1,90€.

Problematiche sono anche le condizioni delle stazioni metro: ad esempio Villa Pompea dove una delle macchine per erogare i biglietti, necessarie per evitare code per i pendolari, è rimasta rotta per quasi un anno e non è presente, all’interno della stazione, nessun altro rivenditore di biglietti. Situazioni simili, anche se per fortuna ci sono diversi lavori in corso come a Villa Fiorita, si presentano in diverse stazioni sulla linea verde:  infrastrutture in cattive condizioni e pochi controlli favoriscono i cosiddetti “salti del tornello”. Per non parlare dei tempi di attesa dei treni da/per Milano, soprattutto nei weekend e la sera: quasi mezz’ora tra un treno e l’altro. Disagi di questo tipo “costringono” sempre più pendolari ad utilizzare la macchina per raggiungere la città, limitando, così, costi e tempistiche ma peggiorando di gran lunga la situazione dello smog e dell’inquinamento, una delle problematiche più critiche di Milano.

Dure sono le proteste, soprattutto dopo l’annuncio dell’imminente aumento del costo dei biglietti, non solo dei cittadini dell’hinterland ma anche dei loro sindaci, che, ormai da anni, chiedono che le tariffe siano ridotte fuori dall’area urbana senza finora riscontro pratico. Certo, la colpa non è solo di ATM, ma anche di tutti gli incivili che non pagano il biglietto o rovinano e sporcano le stazioni e i treni, causando, così, ingenti danni non solo all’azienda ma anche ai loro concittadini. Emerge però una chiara differenza tra la situazione dei trasporti all’interno di Milano e quella del circondario, che risulta essere svantaggiato. La speranza, quindi, è che venga prestata maggiore attenzione alle esigenze degli abitanti dell’hinterland, parte integrante del capoluogo lombardo.

Liliana Continisio

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