Piero Campanini, art director, artista, scrittore: quando la creatività abita a Cernusco
Piero Campanini, classe 1954, cernuschese d’adozione. Titolare di uno dei più accreditati studi creativi per la comunicazione pubblicitaria, Tosicampanini Milano, e con una lunga esperienza professionale nella direzione creativa di alcune fra le più importanti agenzie di pubblicità quali RSCG, Ogilvy e Leo Burnett. Veniamo ricevuti nella sua casa di Cernusco: un luogo che trasmette da subito il suo carattere eclettico.
Piero ci accoglie nel suo studio. Ci colpisce l’arredamento sobrio ma ricercato e le pareti dove sono esposte alcune delle sue opere. Una libreria stracolma di libri e riviste occupa tutta la parete alle spalle della sua scrivania. Mentre i suoi due gatti sonnecchiano – sono i discreti compagni di molti momenti di lavoro, ci dice lui – iniziamo col porgli alcune domande sulla sua recente attività di scrittore. Oltre che pubblicitario e artista, infatti, Piero Campanini è anche scrittore.
Art Director, artista e ora anche scrittore. Sapresti come definirti con una sola parola?
Un creativo. Il mio lavoro, come anche lo scrivere o il dipingere, ha sempre significato la stessa cosa: sviluppare temi grazie a invenzioni creative.
Bene, ma quale delle tue molte espressioni artistiche, potresti oggi dire di sentire più tua?
L’attività di scrittura , che ho intrapreso recentemente, è certamente l’attività che oggi mi attrae di più. Il mezzo che è nuovo per me, la scrittura, è una esperienza che mi affascina ed è anche una nuova sfida. Tutto è iniziato con la pubblicazione del mio primo lavoro – La Terza Venere – che ha aperto una strada tutta da esplorare e che oggi, infatti, mi vede alla lavorazione di nuovi titoli e alla ricerca di editori che desiderino sostenerli.
La pittura rimane per te un’esperienza da proseguire?
Quando si è dato molto in un determinato ambito, in termini creativi, viene il momento di prendere una pausa, necessaria per fare qualche riflessione. Dopo le mostre di Milano e Bologna, con opere che ho realizzato grazie alle nuove tecniche digitali, oggi sto ripensando alla prossima esperienza che vorrò affrontare e indago alternative che possano soddisfare la mia voglia di esprimermi artisticamente. Come vedi, alle pareti del mio studio ci sono alcuni dei miei quadri con i quali ho cercato di ripercorrere alcuni temi classici, tipici del primo novecento, e altri dove invece ho provato tecniche informali e più recenti, questo ti fa capire come sia importante per me la ricerca, come possa esaurirsi un filone e come sia il bisogno di cambiare ogni volta per superarsi con esperienze sempre nuove e diverse.
In passato ti sei dedicato a studi di filosofia. C’entra con la tua attività artistica?
Più teosofia che filosofia. E storia delle religioni, in particolare. Nel mio prossimo romanzo, ancora non pubblicato, ho attinto proprio da questi studi giovanili e, in particolare, alla testimonianza di Chicco Xavier, un medium argentino molto importante oggi scomparso, ispirandomi ai suoi racconti di una vita oltre l’esperienza terrena.
Questo significa che credi in un dopo?
Non necessariamente. Anche se l’idea mi affascina e mi fa sperare che possa essere proprio così, per me i testi di Xavier, e non solo i suoi, sono stati soprattutto spunto di molte riflessioni e un importante stimolo creativo. Le ipotesi che sfiorano i limiti della conoscenza umana, sono sempre affascinanti ma il romanzo di cui ti parlavo, pur avventurandosi in un campo tanto oscuro cui poco o nulla sappiamo, rimane come altri miei lavori, una storia di relazione, di amore e di vita.
Torniamo ai tuoi quadri per un momento. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Come ti dicevo sono in una pausa di riflessione che oserei descrivere come “una ricerca attiva”. Sto considerando, infatti, nuove tematiche, nuove tecniche e nuovi supporti, considerando che oggi sono spesso i materiali che fanno la differenza.
Affrontiamo il sempre difficile tema della parte economica: pittura o scrittura, rendono ancora?
Ho venduto alcuni quadri ma non potrei proprio dire che la parte economica sia stata rilevante. Per i libri il discorso è ancor più complesso per la crisi dell’editoria che è particolarmente forte nel nostro paese, e per la modesta richiesta di titoli dal mercato. La verità è che si legge poco, siamo fanalino di coda rispetto alla realtà europea, e si legge ancora meno da quando gli ebook hanno preso piede. Considerazioni economiche a parte, quello che mi preme è di offrire il mio personale messaggio. Quadri o libri sono media diversi che scelgo per veicolare i temi che più mi stanno a cuore, sto parlando di bellezza e di amore, in particolare delle relazioni che l’amore riesce a suscitare.
Una rara posizione fuori dagli schemi. Attualmente sei in contratto con qualche editore?
Ho pubblicato ‘La Terza Venere’ grazie alla piattaforma Createspace (Amazon) con un discreto successo. I miei lavori successivi, sono attualmente al vaglio presso alcune case editrici. Credo che la figura dell’Editore sia molto importante e non mi riferisco solo alla distribuzione del libro nelle librerie e alla sua promozione. Ritengo che lo sia ancor più per il ruolo di garante della qualità del testo e dell’edizione che un editore può assumere, oltre che per il sostegno e lo stimolo che può dare all’autore e farlo crescere.
Torniamo brevemente alla tua prima attività professionale di pubblicitario. Hai accennato prima alla crisi economica, ti sembra che stia risolvendosi?
Dopo anni di stagnazione mi sembra di intravedere alcuni lievi movimenti di ripresa. Certo la crisi ha messo al tappeto molte aziende e di conseguenza gli investimenti pubblicitari sono ridotti al minimo, direi una bugia se dicessi che in questi anni non abbiamo risentito del calo delle commesse. La crisi, tuttavia, non è solo economica, anche se si parla quasi sempre solo di quell’importante aspetto, ma è una crisi ampia che comprende molto dei valori e dell’etica della società. Mi riferisco all’identità, alla cultura, allo sviluppo: le nuove generazioni non riescono neppure più a percepire la storia che il proprio paese ha alle spalle.
Su cosa ha puntato la tua società per affrontare la crisi?
Ha puntato soprattutto sulla qualità del lavoro, sul governare i costi e sulla performance di esecuzione. Pensiamo che la qualità sia stata un ottimo salvagente nella burrasca di questi anni.
Bene Piero, come preferisci che ti si definisca, al termine di questo nostro incontro?
Come abbiamo già detto all’inizio: un creativo.
Mi congedo da Piero (lo si può incontrare anche su Facebook e su twitter) con la consapevolezza di come dietro a un professionista già noto nel suo ambito, si possano scoprire interessi e attività tutt’altro che scontati.
Max Cornia