Atm aumenta le tariffe: cosa cambia a Milano e nei comuni dell’hinterland

Ormai è una certezza: Milano sarà la città italiana con i mezzi pubblici più cari. Una scelta obbligata, secondo l’Assessore ai Trasporti di Palazzo Marino, Marco Granelli, in quanto le risorse statali non sono sufficienti a garantire il funzionamento e il miglioramento dei servizi.

L’aumento dei biglietti Atm entrerà in vigore nella primavera del 2019, presumibilmente a marzo. Il biglietto urbano passerà da 1,50 a 2 euro e inevitabilmente ciò comporterà delle modifiche anche negli abbonamenti: il biglietto giornaliero passerà da 4,50 a 7 euro, il carnet da 10 corse da 13,80 a 18 euro e l’abbonamento mensile da 35 a 39 euro.

Resteranno invariati l’annuale e gli abbonamenti under 26 e senior anche se per quest’ultima fascia cambieranno le modalità: sarà necessario, infatti, essere residenti a Milano e scatterà al momento dell’accesso alla pensione (mentre oggi scatta a 62 anni per le donne e 65 per gli uomini).

Per gli under 14 i mezzi pubblici saranno gratuiti anche se sarà necessario fare un’apposita tessera. Inoltre, l’abbonamento annuale di 50 euro oggi riservato solo a coloro che sono disoccupati sarà esteso anche a tutti coloro che hanno un Isee inferiore a 6mila euro.

L’amministrazione promette che, con l’aumento a due euro del ticket, arriverà anche, durante la prossima estate, il complessivo riordino del sistema di tariffe dell’area milanese e lombarda.

In seguito a questo processo buona parte dei Comuni di prima fascia dell’hinterland sarà integrati nel capoluogo, aumentando così, il limite urbano. Inoltre, il sistema di ticket passerà dall’attuale Sitam (Sistema integrato tariffario area milanese) al futuro Sbel (Sistema di bigliettazione elettronica). Questo nuovo sistema permetterà di viaggiare con un unico titolo di viaggio per tutte le città lombarde attivando una tessera su cui caricare i diversi abbonamenti e i vari ticket. Ma, tirando le somme, questo rincaro graverà molto nelle tasche dei cittadini milanesi soprattutto perché l’aumento di cinquanta centesimi seguirà di pochi mesi il debutto di Area B, la messa al bando, in pratica, dei diesel Euro 3.

Da più parti, però, si alzano le inevitabili polemiche e soprattutto il timore che questo rincaro,invece di incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico per evitare l’aumento di smog e polveri sottili dovuti al traffico, possa andare nella direzione opposta, peggiorando la già critica situazione ambientale.

 

Liliana Continisio

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