Dire di sì a Cernusco? Ora è possibile anche in Villa Alari
Sposarsi con Rito Civile a Cernusco è possibile, oltre che presso le sale Comunali, anche nella splendida cornice della Villa Alari. Nei giorni scorsi la Giunta ha infatti inserito la cappella gentilizia sconsacrata fra gli spazi comunali disponibili per le celebrazioni e dal mese di luglio i futuri sposi potranno dire di sì al suo interno.
Una scelta di grande fascino, resa ancor più suggestiva dall’installazione della nuova illuminazione che permetterà di poter fruire al meglio le opere d’arte situate nella cappella dedicata a Santa Teresa, fra cui gli affreschi recentemente restaurati.
La Cappella – spiega una nota del Comune – è composta da due corpi: quello più ampio a forma ottagonale che era riservato ai fedeli e che oggi ospiterà le cerimonie, sovrastato da una cupola ellittica sulla quale è raffigurata la gloria di San Giacinto. Il secondo corpo, molto più piccolo, separato da una balaustra in marmo policromo, contiene l’altare per le celebrazioni. Sull’altare vi è stata ricollocata dopo il suo restauro in occasione della Fiera di San Giuseppe del 2018, la tela di Isidoro Bianchi (1729) che rappresenta l’omaggio di Santa Teresa e San Giacinto davanti alla Vergine.
Tariffe e modalità d’uso
Il costo stabilito dall’Amministrazione è di 300 euro per i residenti e 600 euro per i non residenti. Lo spazio permetterà di ospitare al suo interno al massimo 24 persone, quindi si potranno celebrare solo “cerimonie raccolte’ e, considerando il contesto storico e artistico, di sicuro impatto.
“La scelta di celebrare il rito civile del matrimonio all’interno di questo spazio così affascinante e importante per la Città, è stata fatta con due obiettivi – spiega l’assessore ai Servizi al cittadino Luciana Gomez -: il primo è quello di poter aprire un luogo di alto valore storico e culturale anche al di fuori dei momenti dedicati alle visite guidate e alle aperture straordinarie; il secondo è quello di poter mantenere lo stato conservativo di affreschi e stucchi: l’utilizzo di luoghi come questo deve essere incentivato per poterne godere nel tempo”.
Katia Ardemagni